18 marzo 2016

Trivelle gas e petrolio. Perchè votare Sì.

Chi sostiene che una vittoria del “sì” nel referendum del 17 aprile 2016 avrebbe conseguenze pesanti sull’occupazione e che la fine delle estrazioni significherebbe la perdita di migliaia di posti di lavoro e che continuando a perforare potremmo raggiungere una certa indipendenza energetica dice il vero? Di sicuro dice "un mare" di bugie…
In mare (entro e oltre le 12 miglia dalla costa) viene estratto solamente l’1,30% del petrolio che l’Italia consuma ogni anno e circa il 7,85% di gas naturale (su dati 2014 forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico).
Continuare a trivellare non servirà a nulla perché non è cercando gas e petrolio nei nostri mari che “guadagneremo” l’indipendenza energetica e salveremo migliaia di posti di lavoro  (ne servirebbe talmente tanto che non basterebbe sforacchiare tutta la costa dal Friuli alla Sicilia, a patto di trovare petrolio e gas ad ogni nuovo pozzo), basta guardare le statistiche delle importazioni riferite a petrolio, gas ed energia elettrica:
1) siamo al terzo posto al mondo per “sbilancio” import/export di Gas naturale:
2) siamo all’ottavo posto al mondo per differenza import/export di petrolio greggio:
3) siamo al secondo posto al mondo per differenza import/export di energia elettrica:
in altre parole siamo “energeticamente” spacciati e dipendiamo dall'estero sia per l'approvvigionamento del petrolio che del gas, ad es. per il gas oltre il 90% del fabbisogno nazionale viene coperto mediante importazioni da paesi terzi (Russia in primis):
Ma le trivelle e la ricerca di combustibile fossile nei nostri mari potranno in futuro cambiare questa situazione? Impossibile ed inutile ne servirebbe troppo e tutto quel gas/petrolio li sotto non c'è.
Tralasciando le piattaforme marine che estraggono petrolio perché l’1,30% del petrolio estratto rispetto al fabbisogno italiano è talmente ridicolo che possiamo farne tranquillamente a meno, discorso diverso è per il gas che nel 2014 arriva a coprire il 7,85% del fabbisogno nazionale.
Infatti le piattaforme entro le 12 miglia costiere interessate dal referendum estraggono principalmente Gas Naturale, come abbiamo visto tutta la produzione entro ed oltre le 12 miglia arriva a coprire al massimo il 7,85% del nostro fabbisogno annuo. Ma serve davvero questo gas?
Circa il 30% di tutto il gas di cui abbiamo bisogno (nel 2014 il fabbisogno è stato di circa 61.912 milioni metri cubi conto i 70.000 del 2013) viene bruciato in centrali termoelettriche per generare energia elettrica:  
E circa il 64% dell’energia elettrica prodotta in Italia proviene da centrali termoelettriche (alimentate a gas, carbone, petrolio ecc.):
ma ben il 50% di tutta quella energia da termoelettrico viene prodotta bruciando gas Metano:
Ricapitolando nel 2014 abbiamo estratto dai nostri mari 4.863 milioni di metri cubi di gas ma ne abbiamo bruciato 17.677 in centrali termoelettriche, quindi l’estrazione di gas da piattaforme marine (entro ed oltre le 12 miglia) copre a malapena il 27,51% del gas bruciato nelle centrali.
Dal 2010 al 2014 però il fabbisogno totale di gas naturale dell’Italia si è ridotto del 25,70% (complice la crisi economica ma soprattutto la sostituzione degli impianti termoelettrici con quelli alimentati da fonti rinnovabili), infatti la produzione di energia elettrica da fonte Termoelettrica che utilizza Gas naturale ed il conseguente consumo di gas nelle centrali ha avuto il seguente andamento, riducendosi del 40,34% (2010-2014):
Dal 2010 al 2014 infatti il consumo di Gas nelle centrali termoelettriche si è ridotto di 11.953 milioni di mc, quindi più del doppio di quanto oggi ne estraiamo dalle piattaforme marine (entro ed oltre le 12 miglia), servirà davvero cercare altro gas con nuove trivellazioni?
Per quanto riguarda gli operatori, il mercato del gas nazionale è praticamente in mano ad ENI Spa che detiene una quota pari all'85,00% nella produzione di Gas in territorio nazionale e figura anche al primo posto tra gli importatori di gas dall'estero con una quota del 58,00%.

Per finire ecco il “circolo vizioso del gas” che si vorrebbe tutelare votando "no" al referendum:
1. Si perforano i fondali per cercare gas naturale.
2. Questo è il costo in termini di esternalità negative di alcune fonti di energia elettrica (nel grafico le emissioni di gas ad effetto serra). Vediamo come il Termoelettrico sia in assoluto il più inquinante.
3. dopo aver sforacchiato la costa portiamo il gas nelle centrali termoelettriche ed ecco cosa succede:
Nel 2013  ad es. la centrale di Simeri Crichi (CZ – Calabria) per produrre 2.426.322MWh di corrente elettrica ha consumato:
a) 17.133.000 metri cubi di acqua marina
b) 2.122 metri cubi di acqua potabile
c) 2,4 tonnellate di gasolio
d) 241,24 tonnellate di ipoclorito di sodio (lo usano per i depuratori)
e) 4,77 tonnellate di acido cloridico
f) 2,95 tonnellate di idrossido di sodio
g) 1,59 tonnellate di deossigenante
h) 0,89 tonnellate di disincrostante
i) 462.303.000 metri cubi di gas metano
k) 3,90 tonnellate di azoto tecnico


La stessa centrale ha immesso nell’atmosfera e nel mare in un anno (2013):
l) 320,27 tonnellate di ossidi di azoto
m) 279,02 tonnellate di monossido di carbonio
n) 9907.444,42 tonnellate di Anidride carbonica
o) 15.467.000 metri cubi di acqua di scarico trattata (finita in mare).


Infine una buona notizia che spiega anche perchè è inutile cercare gas in mare, occupiamo il decimo posto al mondo per quota di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili:
E ci sono ormai delle fonti rinnovabili che riescono a produrre energia elettrica quasi al costo delle fonti fossili (eolico ad es.)

Mentre nel 2014 rispetto al 2013 la generazione da termoelettrico è calata del -8,9% la rilevante espansione delle fonti rinnovabili, sempre rispetto al 2013, ha interessato tutte le fonti: idroelettrica giunta a 58,5 miliardi di kWh ossia TWh (+10,9%), fotovoltaica, a 22,3 TWh (+3,3%), eolica che tocca i 15,2 TWh (+1,9%) e geotermica a 5,9 TWh (+4,5%).

Ha senso quindi trivellare le coste per cercare Gas Naturale (per produrre energia elettrica) quando tra alcuni anni non sapremo più cosa farne?

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